incontro con Wolfgang Fasser – di Paolo Costa
Come una stella. Così è il rispetto secondo Wolfgang Fasser, grande amico e storico collaboratore di Romena. Si è ispirato a questa immagine astronomica per entrare nel cuore di questa parola…
«Disegniamo una stella – ha proposto – e su ogni punta una dimensione differente: rispetto per me, per te (il prossimo), per noi (la comunità), per il mondo in cui vivo (la natura) e per il divino (la parte spirituale)». Tutto il suo percorso sul rispetto si è così orientato su questi cinque punti.
Il rispetto per sé
«Il rispetto per sé stessi ha molto a che fare con l’immagine di sé che ognuno ha. Spesso abbiamo una immagine di noi o troppo stretta o troppo elevata. Avere rispetto per sé stessi è un cammino di liberazione: liberarsi da un’immagine troppo stretta di sé, uscendo dal solco e dal binario su cui si cammina “di solito” per mettersi in ascolto del nuovo». «Il primo passo è il silenzio: in calma e solitudine saper vedere cosa ci insegna la giornata e la vita. E qui trovare la nuova immagine di sé, rispettando i propri bisogni. Passo successivo è desiderare: rispettare i desideri di vita, di gioia, nella corporeità e nello spirito. I desideri riguardano la qualità del nostro essere, e portano alla danza con la vita. Siamo chiamati a comprendere e abbracciare i nostri desideri, anche quelli che si manifestano attraverso il corpo: il corpo è il nostro tempio, non solo un trattore che ci permette di lavorare. Altro passo: vai verso la tua essenza, verso ciò che sei. É la parte divina dentro di noi: tornare dentro ci porta su quel fondo dove la vita viene generata. Far nascere rispetto per questa sorgente, quella che Santa Teresa chiama “la stanza nuziale del castello dell’anima”.
Rispetto per l’altro
«Pensandoci unici, possiamo accogliere l’altro nella sua unicità. Si può essere di ispirazione, ma non essere la misura dell’altro. Vivere la nostra unicità fidandosi dell’accoglienza della diversità. Non sentirsi arrivati, ma andare verso l’altro con amore e abbandono, senza pretese. Occupiamoci della qualità del cammino (solo camminando mi rendo conto dove sbaglio), senza guardare soltanto ai risultati: a volte fare passi indietro libera perché è umano». «E se qualcuno ci tratta male? Si risponde con il silenzio. Avere compassione, verso chi ci sta facendo male, è nobile. Essendo tutti interconnessi, la comprensione, l’amore e il rispetto ci fanno maturare ed elevare. Va criticato l’errore dell’altro, non l’altro come persona».
Rispetto per la comunità
«Mi sento rispettato quando c’è una relazione, la presenza di una richiesta dell’altro: la fiducia nell’altro porta al rispetto, la fiducia è data da come stiamo insieme. É necessaria la convivenza per conoscersi; per questo è importante fare pratica di vita condivisa. Perché il rispetto nasce dalla fiducia, la fiducia nasce dai gesti e dalla qualità delle relazioni e dalla conoscenza. Ci possono aiutare sette passaggi (richiamati anche da Nelson Mandela) per vivere il rispetto in comunità: sincerità, onestà, semplicità, umiltà, generosità genuina, prontezza ad aiutare e assenza di vanità. Setacciamo allora la nostra esistenza per vedere cosa mi fa rispettare la vita condivisa: la mia opera deve portare pace, e deve portare parità agli altri, condividendo ogni privilegio. Non aspettare sempre il leader che agisca: ognuno di noi è chiamato ad essere corresponsabile».
Rispetto per il mondo
«Guardiamo alla “Laudato Si’” di Papa Francesco che riassume meravigliosamente cosa significa l’impegno di ognuno di noi per la Madre Terra. Consapevoli di fare parte di tutto il mondo, siamo chiamati a ricercare un rapporto armonico e di sostegno per la natura intorno a noi. Avere rispetto per la Madre Terra e per chi viene dopo di noi si manifesta nei gesti di rispetto di tutti i giorni (pensiamo al consumo, all’inquinamento…). Essendo interconnessi, anche il rispetto per la natura ci può insegnare tanto: l’incontro con un capriolo, avviene se stiamo fermi, a distanza, mentre lui pian piano si avvicina. E così entrare in punta di piedi nello spazio dell’altro: questo è rispetto».
Rispetto per Dio
«L’uomo è un essere spirituale, e vanno rispettati i nostri bisogni e desideri spirituali. Tutti abbiamo nostalgia dell’infinito da cui veniamo, basta vedere come negli incontri d’amore tocchiamo l’estasi, richiamo dell’infinito. Ogni religione ha il potere di portare amore e fecondità nella vita di chi la segue. E chiede a noi il rispetto, perché Dio è l’unica luce che si riflette sulla terra e prende colori diversi. Il mio accettare di essere un essere spirituale può por- tarmi a vivere la dimensione divina come prioritaria. Diceva Taulero: “ogni cosa che fai, la fai per aiutare Dio nell’opera di trasfigurazione della creazione”».
Tratto dalla rivista di Romena, n. 13/2019 Mio fratello che guardi il mondo
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