Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

Simona Atzori: “Cerco la luce, come i girasoli”

Cercare la luce, sempre. E’ così che Simona Atzori ha cercato di affrontare le intemperie della vita.
E’ così che, pur essendo nata senza le braccia, è riuscita a realizzare un sogno che sembrava impossibile: diventare una ballerina professionista e una pittrice.
Simona è una grande amica di Romena. Più volte la abbiamo incontrata e molto presto (il 20 e 21 maggio) tornerà per un imperdibile corso. “La forza della fragilità”.
Nell’ultimo numero della nostra rivista, “Un cuore acceso” ho raccolto alcuni passaggi degli incontri che ho avuto con lei: sono, credo, preziosi tasselli di vita e di consapevolezza. Da condividere…

“Come un girasole”

Mettersi in gioco

Nella vita ciascuno di noi ha limiti che a volte si possono superare provandoci una, cento, magari anche mille volte, e limiti che affrontiamo senza esito finché capiamo che dobbiamo accettarci o che magari quella cosa la possiamo fare in un altro modo.
In ogni caso è importante mettersi in gioco, sperimentarsi. Scopriremo così che i limiti più concreti, più reali, sono quelli che ci vengono imposti dagli altri.
Non dobbiamo perciò accettare che diventino anche i nostri, perché solo allora diventano limiti enormi, che facciamo molta più fatica a superare.

Ho incontrato tante persone che mi hanno detto che non avrei potuto fare tante cose.
Semplicemente non sarei nemmeno nata, se i miei genitori avessero ascoltato una voce dentro di loro o quella di altre persone intorno. Quel limite, se loro fossero stati ad ascoltare, sarebbe diventato reale, gigantesco. Non l’avremmo superato e non avrei fatto quello che ho fatto.
Certo è una cosa semplice da dire e certamente più complicata da fare.
Però c’è un altro modo di guardare a questi limiti, ovvero pensare che in realtà quei limiti sono solo negli occhi di chi ci guarda.

Tenere gli occhi aperti anche quando fa buio

C’è stato un periodo, nella mia adolescenza, in cui ho vissuto come una forma di bullismo strisciante. Non era esercitato con fatti o con parole ma all’opposto, attraverso l’indifferenza.Indifferenza è quando per gli altri non esisti.

In quella fase mi rendevo così delicata qualsiasi sforzo avessi potuto fare per mostrare chi ero e cosa sapevo fare, non veniva visto. Mi sentivo in una specie di tunnel completamente buio.
Allo stesso tempo però ricordo anche che, nonostante queste difficoltà, io continuavo a dire a me stessa: “Non chiudere gli occhi, perché quando arriverà la fine del tunnel, e arriverà, ci sarà la luce. Se tu hai gli occhi chiusi, non la vedrai e penserai di essere ancora dentro quel tunnel. Invece tieni gli occhi aperti perché la luce arriverà, e tu la dovrai vedere subito. E forse, con un po’ di luce, qualcuno di quelli che oggi non ti vede, si accorgerà di te, magari mentre balli, dipingi, mentre fai ciò che ti fa sentire te stessa”.
E così è stato.

Non smettere mai di sognare

Penso che tutto quello che facciamo, anche quando non ce ne rendiamo conto, è cominciato da un sogno. Del resto anche noi siamo stati i sogni dei nostri genitori.
A me piace sognare perché credo che sia una delle poche cose che possiamo fare tutti.
A qualsiasi età, sia da ragazzi che più tardi, non si può mai smettere di sognare. Se non avessi sognato non avrei fatto nulla di quello che ho fatto.

Quand’ero bambina dicevo che volevo fare la ballerina e la pittrice e vi assicuro che la gente mi guardava come avessi detto: vengo da Marte. Sicuramente era l’ultima cosa che pensavano potesse fare una bambina senza braccia.
Però capite, adesso che esiste tutto questo, è facile dire che è possibile, ma i sogni non ci sono quando tu sai che è possibile. I sogni arrivano prima, quando tu hai credi fortemente in qualcosa che magari sembra in quel momento irrealizzabile.

Perciò dobbiamo metterci in cammino con i nostri sogni, poco importa se non arriveremo. Anche se sogniamo di fare l’astronauta. Magari non ci arriveremo mai, però chissà quante cose scopriremo, percorrendo quella strada.

Dare voce alla propria creatività

L’arte per me è proprio é come il cibo, come l’acqua, è fonte di vita. Io quando dipingo, quando danzo, quando scrivo, ho un rapporto molto stretto con me stessa, prima di tutto, è il momento in cui io mi metto a nudo, è il momento in cui non mi faccio sconti, è il momento in cui davvero io chiedo a Simona di essere sè stessa, senza paura.

Io a volte dico questo in maniera un po’ poetica che io non ho scelto la danza e la pittura, ma sono state loro a scegliere me perché mi hanno donato le opportunità e gli strumenti per connettermi con me stesse e per dialogare con gli altri allo stesso livello.

Quando sono sul palcoscenico mi sento viva, vera, mi sento tutto. Sento la gioia, sento il dolore, sento la tristezza, sento la paura. Sento qualsiasi emozione che uno possa provare. Riesco a provarla mentre danzo e sento che posso raccontare qualsiasi cosa, perché è veicolata dal mio corpo. E lo spettatore può comprendere e provare esattamente le stesse emozioni che io sto provando. C’è un linguaggio che va al di là delle parole che utilizziamo, un linguaggio che è per tutti, per qualsiasi persona. Questa è la magia dell’arte.

Aver fiducia nella vita

Sicuramente una prima spinta verso la fiducia me l’ha data la mia famiglia: la mia mamma era una donna che cercava di trasformare ogni cosa in un’avventura, anche le esperienze meno piacevoli,
Ricordo per esempio quando andavamo vicino Bologna per verificare se potessi portare le protesi, cercavano sempre di unire a quella visita qualcosa di allettante qualche gradevole fuori programma. Insomma quella visita diventava una viaggio di famiglia che conteneva comunque qualcosa di buono.
Sicuramente questo modo di essere mi ha un po’ contagiata al punto che io, lo dico sempre, mi sento come un girasole. Perché il girasole? Perché cerca sempre la luce.

A questo proposito vi racconto una storia. Un giorno mi affaccio dal mio balcone e indico a mia mamma l’erbaccia che spuntava vicino al cancello.
Andava strappata, ma la mamma ci fermò: “Non lo fate, è un girasole”. La guardai come se avesse detto una cosa stranissima, però dopo qualche tempo in effetti spuntò davvero un girasole, tra le mattonelle del cortile, in un posto dove i fiori non nascono. Era spuntato e ora cercava il sole, perché il girasole va sempre verso il sole. Così io cominciai a sentirmi come quel girasole. Sono nata un po’ così, nella difficoltà, però guardo sempre il sole, cerco sempre il sorriso e la vita. Che va sempre oltre.

Non dimenticare che tu sei tutto cio’ che hai.

Non dimenticare che tu vali piu’ di qualsiasi altra cosa a cui davi valore.

Non dimenticare che se perdi tutto rimani tu e che tu sei davvero il tutto.

Non dimenticare che puoi scoprire cio’ che nemmeno pensavi esistesse

e che non lo trovi fuori, ma solo dentro di te.

Simona Atzori.

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