Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

“Tempore famis”, Luigino Bruni e l’economia ai tempi del coronavirus

“Durante la crisi si conoscono le persone, si conoscono i popoli. E noi stiamo riscoprendoci migliori di quanto credevamo: stiamo ritrovando la nostra anima collettiva, questo ‘male comune’ ci ha fatto ritrovare il ‘bene comune’”. Luigino Bruni, economista, grande amico della Fraternità di Romena, offre al nostro cammino di “Tempore famis” una lettura profonda e acuta dell’economia al tempo del corona virus. Una lettura nella quale non sono protagonisti i numeri e i grafici, ma le persone: “Questa crisi svela le ambivalenze dell’economia: da una parte c’è un economia della vita, che si prodiga per mandare avanti il Paese, che affronta la battaglia del virus per salvare i suoi anziani, e c’è un’economia del profitto, che si preoccupa solo del Pil e per cui il capitale conta più della salute”. Il nostro Paese, per Luigino, si è messo, questa volta, dalla parte giusta, a differenza di alcuni Paesi del continente e a dispetto dell’atteggiamento dell’Europa. “Oggi l’Italia – dice – è molto più bella di due mesi fa”.

Ecco dunque, che nel cuore di questo ‘stress test’, emerge un’altra grande sfida. La sfida di partire dalle fatiche di questo presente per costruire un’erconomia che guardi le persone prima dello spread: “In alcuni Paesi hanno detto che in fondo si può accettare che gli anziani muoiano, è la selezione naturale, invece noi abbiamo rimesso al centro il quarto comandamento: Onora il padre e la madre”. Questo recupero di umanità, questa riscoperta della dimensione collettiva è uno dei frutti buoni di questo periodo duro.