Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

Bentornato Wolfgang

wolfgang_fasser_africa_2Quando Wolfgang parte per l’Africa sono felice per lui: so quanto attenda, ogni anno, quel momento. Quando torna lo sono di più: mi piace immaginare il focolare della casa di Quorle di nuovo acceso.
Da ieri Wolfgang Fasser, caro amico e collaboratore della Fraternità, ha rimesso il suo pesante zaino in un angolo della sua camera. Due mesi e mezzo sono tanti e lo zaino è quindi gonfio di ricordi. Ormai è un rituale: tutto il percorso di incontri e di riflessioni che sviluppa ogni anno nasce da ciò che apprende a contatto con l’essenzialità e la forza vitale della gente del Lesotho. Lui porta in Africa la sua esperienza di fisioterapista, e torna indietro con un bagaglio di emozioni umane vive, asciugate da ogni retorica.

Ho ascoltato racconti di molte persone reduci da esperienze vissute nei Paesi poveri dell’Africa, dell’India, del Sudamerica, ma nessuno ha la forza di ciò che porta qui Wolfgang: perchè Wolfgang si è così lasciato addomesticare da quella cultura, si è reso così permeabile all’incontro da essere diventato lui stesso Africa. “Ntate Thuso”, “fratello aiuto” così lo chiamano ormai da più di vent’anni. Non è un secondo nome: è l’altro nome, il suo nome “africano”.

Ma cos’è che rende la gente d’Africa così speciale per Wolfgang? La voglia di vivere. “Noi – mi ha detto più volte – abbiamo paura della vita, loro nonostante le difficoltà materiali che devono affrontare, hanno invece una bellissima mentalità ‘pro vita’ . Hanno una grande forza di vivere, un’enorme fiducia anche se spesso non sanno cosa sarà domani”. 

Sanno stare insieme, sanno soffrire, sanno gioire. L’Abc della vita. E’ questo che ogni anno Wolfgang porta con sè quando torna dell’Africa.