“Non voglio esser niente di così speciale, voglio solo cercare di essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente.” Frammenti da una pagina del “Diario” di Etty Hillesum. L’ho scelta senza sceglierla: è la pagina che è arrivata stamani, durante lo spazio di silenzio che apre la giornata e che in questo periodo dedico a rileggere questo meraviglioso libro.
Etty è una ragazza di 27 anni. Scrive per raccontare la sua vita e per fermarla, perché la vita le scivola via veloce, perché almeno le parole, lo sa, le sopravviveranno.
Etty morirà ad Auschwitz, come tanti altri ebrei, come la sua famiglia. Ma questa circostanza non è affatto decisiva nel rendere straordinario l’incontro con lei. Etty, ed è questo che colpisce, dà voce ai turbamenti, ai pensieri, alle ansie, di ogni persona. Ci si sente vicini a lei non in virtù della sua sorte, ma per quanto di prezioso, di umano, di profondo lei sa tirar fuori dalla vita e per come riesca a stanare bellezza da ogni sfumatura del nostro quotidiano.
Ed eccola allora, non nella pagina più speciale del suo diario, ma semplicemente nella pagina in cui l’ho incontrata e che è sembrata arrivare per essere condivisa in questo nuovo spazio di Romena.
“Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita, cercherò di accettare tutto e nel modo migliore.
Ma concedimi di tanto in tanto un breve momento di pace. Non penserò più, nella mia ingenuità, che un simile momento debba durare in eterno, saprò anche accettare l’irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà stare al freddo purché tu mi tenga per mano.
Andrò dappertutto allora, e cercherò di non avere paura. E dovunque mi troverò, io cercherò di irraggiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. Ma non devo neppure vantarmi di questo ‘amore’. Non so se lo possiedo.
Non voglio esser niente di così speciale, voglio solo cercare di essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente.
A volte credo di desiderare l’isolamento di un chiostro. ma dovrò realizzarmi tra gli uomini, e in questo mondo. E lo farò, malgrado la stanchezza e il senso di ribellione che ogni tanto mi prendono. Prometto di vivere questa vita fino in fondo”.