
Il diario di oggi è dedicato a Giovanni, il “nostro” Giovanni. In occasione dei nostri 30 anni infatti, non possiamo non ricordare uno dei fondatori del nostro cammino, Giovanni Abignente.
Il 25 luglio del 2003, esattamente diciotto anni fa, Giovanni lasciò che il suo respiro continuasse nei nostri pensieri. Il suo se l’era preso, come ultimo reso, quella terribile malattia che era entrata nella sua vita come un uragano implacabile.
Giovanni era stato uno dei primi a credere nella nostra avventura. Era da poco arrivato in Casentino da Napoli, insieme alla sua famiglia, e subito si era messo a disposizione della Fraternità.
Era psicologo, e divenne presto un riferimento per tanti giovani viandanti che tranistavano già allora dalle nostre parti; insieme alla moglie Maria Teresa, che poi ha continuato e continua a camminare con noi, aveva poi cominciato a condurre incontri e corsi sul tema dell’affettività, sulle radici, sulle relazioni di coppia.
Ma soprattutto Giovanni era il nostro fratello maggiore, un riferimento sicuro per tutti noi.
In questo anniversario della sua prematura scomparsa voglio ricordarlo con la lettera aperta che gli ho indirizzato inserendola nel libro Romena – porto di terra, che racconta i nostri trent’anni.

“La vita è un minuzzolo di tempo concesso alla nostra libertà per imparare ad amare”.
Me lo ripeti ogni giorno, sporgendoti da quella foto appoggiata sulla mia libreria. So che la pensi così, so che hai vissuto così. E so anche che non mi stai ammonendo. Me lo stai semplicemente ricordando.
La foto, che ti ritrae accanto all’Abbé Pierre, è stata scattata in quel viaggio che facemmo insieme, a Parigi, con Gigi, Antonio e Mireille, poco prima che la malattia ti invadesse senza darti scampo.
Avevi 50 anni e poco più, una moglie da amare, tre figli da continuare a veder crescere. Ottimi motivi per restare. Ma anche nessuno per avere rimpianti.
“La vita – dicevi – è stata generosa con me”.
Sono passati molti anni, quasi venti. Chissà cosa faranno tutti quei giovani cui hai offerto un supporto psicologico per affrontare le loro crisi, quelli che dopo il corso non ce la facevano a salire in groppa alla loro vita senza un aiuto in più, chissà quanto sono serviti i tuoi inviti a custodire l’amore nei tuoi incontri sulle relazioni di coppia. Chissà quanti hanno rischiarato le loro vite appannate grazie ai tuoi sguardi rasserenanti e alle tue parole acute, scelte sempre con cura.
So che quel minuzzolo di tempo lo hai speso senza mai risparmiarti, offrendoti nel tuo stile, con garbo, senza far rumore.
Giovanni, se con te la vita è stata generosa, con noi, che ti abbiamo incontrato,
lo è stata di più.