In quest’estate di caute ripartenze abbiamo ben chiaro il bisogno di ripristinare le nostre relazioni umane dopo i lunghi periodi di black out imposti dalla pandemia. Siamo invece ancora molto più incerti sulla direzione da dare al nostro futuro.
Le domanda di fonde sono sempre le stessa: abbiamo imparato qualcosa da questa durissima lezione? L’umanità saprà alla fine utilizzare questo trauma come opportunità di cambiamento?
Nella nostra terza tappa del diario di quest’estate speciale a Romena,sono molto felice di proporvi un contributo prezioso per accompagnare queste domande.
E’ il recente intervento del filosofo Roberto Mancini alla Fraternità.
Roberto ha uno sguardo allo stesso tempo largo e profondo sul presente, e una passione meravigliosa per l’umanità. Il suo intervento è acuto, incisivo, meravigliosamente stimolante. Parte da una diagnosi impietosa del presente (“Quello che viviamo non è una crisi, ma un fallimento”) per arrivare a proporci una direzione di marcia alternativa, composta da verbi completamente diversi da quelli che scandiscono la nostra vita di oggi: non più “competere”, “consumare”, “accelerare”, “aggredire”, “respingere”, “urlare” ma “accompagnare”, “coltivare”, “accogliere”, “restituire”, “anticipare”, “esporsi”.
Quando siamo usciti dall’auditorium dopo il suo intevrento avevamo addosso tutta l’energia della sua proposta. Per questo sono contento oggi di poter condividere quell’intervento.
Se avete poco tempo, potete almeno ascoltare la sua proposta conclusiva, “i verbi della rinascita”.
Ma vi consiglio di prendervi un po’ di tempo in più e gustarvi con attenzione tutto l’incontro: “Ricostruire la vita comune”. 40 minuti spesi bene.
Buona giornata.