Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

Il fuoco dei giovani

DSC_2441“Dietro ogni adolescente, c’è sempre una bellezza, un tesoro, una motivazione che noi dobbiamo scoprire. Dobbiamo accendere un fuoco dentro questi ragazzi per farlo divampare”. Sono parole di Eraldo Affinati, scrittore, insegnante, caro amico di Romena. Mi vengono in mente all’indomani del fine settimana vissuto con il gruppo giovani, un’ottantina di ragazzi venuti da tutta Italia per camminare con noi sul tema “Viaggiare, sognare, innamorarsi”…

DSC_2427Il fuoco. Per provare a farlo divampare abbiamo offerto Romena ai ragazzi. Romena con la sua semplicità, Romena con il suo bisogno di autenticità. Gli incontri con don Gigi, con Pier Luigi Ricci (il Pigi) con Folco Terzani, i concerti serali con il gruppo di Musica sensibile e con Anna Maria Iorio, ma soprattutto questo stare insieme in libertà sono stati la miccia che abbiamo innescato per provare a dare calore a questo incontro.

Ho partecipato al tratto finale del percorso e mi sono reso conto che qualcosa stava accadendo. Che il fuoco c’era, ma non riguardava solo i ragazzi. Loro sì, certo, bellissimi, felici di questa esperienza condivisa, consapevoli di aver trovato un luogo amico, dove potersi sperimentare, dove potersi sentire a casa.
Ma noi, di più: perché anche noi ci siamo trovati nel fuoco, presi dal calore e dall’energia che è figlia di quell’età e che non abbiamo perso, ma che solo nel contatto vivo con le giovani generazioni possiamo ritrovare.

Nel tardo pomeriggio di domenica mi ha fermato per strada un amico, Roberto: “Non so cosa c’è stato a Romena questo fine settimana – mi ha detto –  ma di sicuro qualcosa di speciale. L’ho sentito appena sono arrivato, partecipando alla messa. C’era un’atmosfera carica di bellezza, di gioia, di energia”.

Il fuoco, il fuoco fresco dei giovani. La loro onda di nuovo da gettare a mani piene nel mondo. E noi lì, non a indossare i panni stretti di adulti, ma a godere di quello spettacolo irrinunciabile del nuovo, del promettente nuovo che è nel dna di quell’età.
Grazie, ci hanno detto, lo zaino riempito per partire, lo sguardo disteso e accogliente, il sorriso largo, vivo.

Grazie. Ma in realtà noi eravamo più felici di loro. Felici di aver risentito sulla pelle quella bellezza istintiva, quel fuoco originale, quella vibrazione  naturale che i ragazzi portano in dono.
Quando si fanno indagini sociologiche, quando si categorizzano i giovani, quando ci si ‘preoccupa’ di loro, come dice don Ciotti, invece di occuparcene, ricordiamoci sempre dove abita la scintilla del nuovo. Quella  che può riaccendere ogni fuoco. Anche quando sembra spento.

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