“La pieve respira nella notte, tantissima gente in attesa, sento il cuore che batte all’impazzata e mi dico che sta per iniziare il viaggio. Poi comincio a suonare e sento l’emozione prendermi per mano e la gioia esplodermi dentro”. (Luca Mauceri)
Luca Mauceri aveva sognato a lungo quel concerto. Lo aveva sognato sostando nella pieve durante momenti di preghiera, lo aveva sognato durante i suoi viaggi, immaginando l’incontro di quel luogo con la sua musica. Quel sogno, così intenso nell’attesa, ha avuto in dono la grazia di restare tale nel suo realizzarsi.
Non saprei descrivere a parole quella serata di fine settembre, so però come mi ha fatto sentire quella musica. Luca non l’aveva scritta per Romena, ma a Romena è entrata come se vi abitasse da sempre, come se il suono di quel pianoforte e degli archi corrispondessero al respiro delle pietre, come se ne sapessero interpretare l’anima.
Credo che, se avesse potuto, anche la pieve avrebbe risposto alzandosi in piedi e battendo le mani. La musica, quella musica, era per lei, un gesto d’amore per lei.
Non era una serata da raccontare. Era una serata da moltiplicare. Mentre ne parlo, la assaporo di nuovo nel Cd che Luca ha realizzato come un dono di Natale per sé e per noi. Lo ha chiamato, inevitabilmente, Romena. Il cd si può trovare nella libreria della fraternità o in questo sito. Contiene la musica e le parole di quella sera. Tra i quindici brani c’è anche un delicato grazie alle atmosfere della pieve, quelle atmosfere che Luca ha respirato tante volte, mescolato tra la gente. E’ una versione strumentale della canzone “Benedici” di Luigi e Antonio Salis. E’ un segno anche questo di come Luca, quella sera, non voleva semplicemente far transitare dalla pieve la sua musica. Voleva che la sua musica si fermasse, che stesse lì, che respirasse con ciascuno di noi. Per poi ripartire. Viandante del cuore, come tutti noi.