Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

Dom Helder e il generale

helder camara1Ho letto un piccolo episodio che riguarda Helder Camara. Nella sua semplicità mi è piaciuto tanto e ve lo voglio riproporre. E’ anche un modo per ricordare la figura del vescovo di Recife, il vescovo dei poveri. Ho avuto la gioia di incontrarlo, tantissimi anni fa: lo ricordo mingherlino, ma con un volto radioso.
Restò famosa una sua frase: “Quando dò da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista…” Rischiò la vita innumerevoli volte perché non chinò mai la testa davanti alla dittatura in Brasile per difendere i poveri dai soprusi e dalle ingiustizie. “Dobbiamo cercare – diceva – di essere delle fiammelle che brillano nelle tenebre”. Un compito, questo, dal quale non cessava di astenersi anche di fronte a chi aveva idee e comportamenti del tutto contrari al suo. Ed è proprio di questo che tratta l’episodio in questione, che fu raccontato da Ivan Illich, altra figura speciale, di cui parleremo un’altra volta…

 helder camara2Il fuoco sotto la cenere

Era il 1962. Dom Helder aveva un appuntamento con un generale e mi disse: “Ivan, mi piacerebbe ti sedessi in fondo alla stanza durante l’incontro”.
Il generale era uno dei fondatori della Pro Famiglia, un’organizzazione che in America Latina voleva mettere nelle parrocchie dei missionari conformi a un certo orientamento e che in seguito, durante la dittatura militare, divenne uno dei torturatori più crudeli.
Helder ebbe questa conversazione con lui. Poi, dopo mezz’ora, lo accompagnò fuori dal suo studio e si abbandonò su una sedia accanto a me. Il silenzio era assoluto.
Allora mi guardò e mi disse. “Non devi mai rinunciare. Fino a che una persona è viva, da qualche parte, sotto la cenere, arde ancora del fuoco e tutto quello che noi dobbiamo fare è: soffiare, soffiare con molta attenzione, soffiare soffiare e vedere se quella fiammella si riaccende. Non devi preoccuparti se la fiamma riprende o meno. Tutto quello che devi fare è soffiare”.