Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

Dov’è tuo fratello?

migranti 3Dov’è tuo fratello? Ci siamo anche noi nell’urlo appeso a questa domanda. Anche noi nel silenzio di questo giorno grigio che piange il nero della notte di Lampedusa. Anche noi a vergognarci per questi vuoti di umanità che inghiottiscono vite. Dov’è tuo fratello? Dove sono i nostri fratelli? Non aggiungiamo altre parole. Prendiamo solo in prestito una canzone per i nostri silenzi e una poesia per le nostre preghiere….

La canzone è “Ritals” di Gianmaria Testa. “Ritals” era l’espressione dispregiativa con cui venivano chiamati i migranti italiani che cercavano lavoro in Francia.

La poesia è “Natale” di Erri De Luca tratta dal libro “Opera sull’acqua e altre poesie” (Einaudi).

Nascerà in una stiva tra viaggiatori clandestini.
Lo scalderà il vapore della sala macchine.
Lo cullerà il rollio del mare di traverso.
Sua madre imbarcata per tentare uno scampo o una
             fortuna,
suo padre l’angelo di un’ora,
molte paternità bastano a questo.
In terraferma l’avrebbero deposto
nel cassonetto di nettezza urbana.
Staccheranno coi denti la corda d’ombelico.
Lo getteranno al mare, alla misericordia.
 
Possiamo dargli solo i mesi di grembo, dicono le madri.
Lo possiamo aspettare, abbracciare no.
Nascere è solo un fiato d’aria guasta. Non c’è mondo
              per lui.
Niente della sua vita è una parabola.
Nessun martello di falegname gli batterà le ore dell’infanzia,
poi i chiodi nella carne.
Io non mi chiamo Maria, ma questi figli miei
che non hanno portato manco un vestito e un nome
i marinai li chiamano Gesù.
Perché nascono in viaggio, senza arrivo.
 
Nasce nelle stive dei clandestini,
resta meno di un’ora di dicembre.
Dura di più il percorso dei Magi e dei contrabbandieri.
Nasce in mezzo a una strage di bambini.
Nasce per tradizione, per necessità,
con la stessa pazienza anniversaria.
Però non sopravvive più, non vuole.
Perché vivere ha già vissuto, e dire ha detto.
Non può togliere o aggiungere una spina ai rovi delle
              tempie,
Sta con quelli che vivono il tempo di nascere.
Va con quelli che durano un’ora.

 

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