Un cammino di ricerca e di interiorità, per dar voce alle grandi domande sulla vita, e capire se e come, da queste, può filtrare un senso, una luce, un orizzonte: si intitola “Una fede nuda” il percorso che la Fraternità di Romena ci propone da venerdì 20 a domenica 22 settembre.
Giornalisti e scrittori, poeti e teologi, credenti e non credenti proveranno a offrire ciò che hanno sperimentato nel loro cammino di vita e a condividere il significato che ciascuno di loro attribuisce alla parola “fede”.
Insieme a loro cammineranno i tanti viandanti di Romena che vorranno partecipare a questo corso speciale, il secondo di quest’anno, dopo “Perchè avete paura?” dello scorso luglio, che abbiamo dedicato a come affrontare le crisi di questo tempo.
Da alcuni giorni sono aperte le iscrizioni: sul sito di Romena potete trovare tutte le informazioni necessarie oltre a brevi biografie di tutti gli ospiti. Qui, invece, vorrei provare a indicare come si svilupperà il cammino dei tre giorni…
L’incontro comincerà la sera di venerdì 20 settembre, ore 21: e sarà un’apertura cruda, più che nuda: Silvano Lippi ci porterà nel posto dove l’uomo è apparso più distante in assoluto dal suo simile e da Dio: nel campo di concentramento di Mathausen, da cui è riuscito a uscire, ma la cui ferita terribile alimenta di dubbi ancora oggi la sua vita e la sua fede.
Sabato mattina il cammino verso una fede essenziale sarà alimentato dalle intuizioni della teologa Antonietta Potente: Antonietta, ha personalmente cercato l’essenzialità della fede nell’esperienza di incontro con una famiglia di campesinos in Bolivia, vivendo con loro per oltre vent’anni.
Nel corso della mattina verrà inoltre raccontata la testimonianza di vita di un uomo Franco Monnicchi, che ha dedicato tutta la sua vita a restituire dignità agli ultimi nella comunità di Emmaus di Boves (Cuneo) ma la cui profonda fede negli uomini, soprattutto in quelli più in difficoltà, e la sua vicinanza a straordinarie figure della spiritualità come l’Abbè Pierre, non ha affatto risolto in lui il grande dilemma della fede in Dio.
Une fede nuda vuol dire anche questo: camminare sul filo sottile della ricerca, e affacciarsi sia dove questa ricerca ha trovato un orizzonte, sia dove quest’orizzonte ancora non appare.
Il pomeriggio del sabato sarà totalmente francescano. Francesco è nell’aria di Romena (dalla pieve si vede il monte della Verna), Francesco è la personificazione della fede nuda, Francesco è il nome di questa primavera della chiesa cui il nuovo Papa sta cercando di dare una voce.
Di questo respiro francescano, di questa voglia di semplicità della chiesa parleranno due giornalisti: Gianni Valente che conosce da tanti anni Papa Bergoglio (quando veniva a Roma, da cardinale, spesso era ospite a casa sua) e Raffaele Luise, vaticanista ‘storico’ del Gr Rai, che da tanto tempo, aspettava che la chiesa fosse scompigliata dal vento del sud del mondo.
La serata del sabato si concluderà con un’emozione artistica del tutto autonoma dal percorso ma ben integrata in esso: il grande cantautore Gianmaria Testa terrà un concerto ore 21) nella pieve di Romena.
L’artista ha voluto dedicare una sua esibizione alla pieve, per evidenziare la sintonia della sua musica, con le atmosfere della pieve e anche per stimolare la raccolta di offerte in vista della realizzazione del nuovo grande progetto della fraternità: un auditorium da 300 posti nella fattoria adiacente la pieve.
La musica di uno dei più grandi artisti italiani chiuderà il sipario del sabato e spingerà idealmente verso la domenica. La mattina avrò quali protagonista la voce della poesia attraverso due delle voci più amate e ispirate della spiritualità cristiana: Ermes Ronchi, frate dei Servi di Maria, scrittore, conduttore della trasmissione Rai “Le ragioni della speranza” e Marina Marcolini, coautrice dello stesso programma, e autrice di un piccolo capolavoro della spiritualità, il libro “Per voce di donna” in cui ha dato voce poetica alle donne del Vangelo.
Il finale del percorso arriverà domenica pomeriggio con lo scrittore e affabulatore Maurizio Maggiani, testimone stimolante, aperto, fuori dal coro: le sue intuizioni chiuderanno l’incontro solo temporalmente, in realtà avranno il compito di aprire prospettive, di stimolare nuovi cammini, di andare avanti nel cammino di ricerca. Perché della fede nuda nulla si può dire se non che è certamente una fede non statica, che sa morire e rinascere di continuo, i cui unici elementi indispensabili sono l’accoglienza della precarietà e la disponibilità a cercare. Senza fermarsi.