
In una fase così decadente delle istituzioni esiste una classe elementare a Pavia dove un maestro sa essere così bravo da coinvolgere i suoi bambini nello studio delle regole che fondano lo stare insieme. Il maestro, Carlo Marconi, domenica prossima (ore 15.30) sarà a Romena per raccontarci questa esperienza, insieme a una docente di diritto costituzionale, Tania Groppi e ad alcuni bambini. E sarà davvero un modo diverso, originale, creativo di declinare parole come libertà, uguaglianza, democrazia…
Scrive Italo Calvino, ne Le città invisibili. ” L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
Far durare, dare spazio a ciò che non è inferno. Ecco il movimento che producono tante persone nella nostra società civile, persone che non si arrendono a questa fase di crisi, che non si fanno risucchiare dalla rassegnazione. Ci sono tanti esempi di persone semplici e appassionate, che fanno bene il loro mestiere. Così il nostro maestro Carlo. Ai suoi bambini insegna l’italiano e la storia, la geografia e le scienze. Come tutti.
In più, però, ha cercato di entusiasmarli a un progetto che potesse coinvolgerli: perché, ha detto loro, non proviamo a innamorarci di ciò che rende possibile il nostro vivere insieme? E così i bambini hanno non solo letto, ma sperimentato, esplorato, giocato con i primi dodici articoli della Costituzione.
Ai miei tempi l’educazione civica esisteva come materia ma era una specie di riserva indiana: gli insegnanti ci accedevano poco, e noi, alunni ancora meno. Non credo che le cose siano cambiate. Ma non in quella classe del maestro Carlo Marconi. Lì i bambini si sono coinvolti, si sono appassionati e, con la guida del loro maestro, hanno prodotto un risultato così creativo e originale da diventare anche un libro “Lo stato siamo noi”.

Facciamo durare, diamo spazio a chi come queste persone, come questi bambini, viaggia controvento: e mentre continue tempeste di corruzione, di malaffare, di malgoverno sembrano voler spazzare via ogni giorno l
regole della nostra convivenza e i sacrifici che l’hanno prodotta, mettono il loro piccolo mattoncino colorato fatto di dodici filastrocche per mostrarci la bellezza di ciò che seppero scrivere i nostri padri costituenti. Ne leggiamo almeno una, quella che racconta l’articolo 3…
Eguaglianza
Tu parli l’italiano
lei sa solo il dialetto,
io sono musulmano,
lui un cattolico perfetto;
voi siete benestanti,
io vivo in povertà,
ma abbiamo tutti quanti
la stessa dignità;
io sono un uomo anziano,
lui ha la pelle nera,
tu abiti a Milano,
noi vicino alla frontiera;
io non ho mai studiato,
tu scrivi sui giornali:
la legge dello Stato
però ci vede uguali.