Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

Una vita non basta

una vita non bastaL’arrivo di questo libro assomiglia a una nascita. E’ un distillato di amore tenuto in grembo e poi offerto al mondo. Per questo domenica prossima a Romena più che presentarlo  gli diremo ‘benvenuto!’,e gli faremo festa.

“Una vita non basta” di Maria Teresa Abignente è semplicemente un libro, sì. Ma è un libro che in modo vivo, concreto, affronta l’avventura più difficile: quella di offrire parole profonde, preziose, utili, autentiche davanti al dolore più grande, quello che si prova quando si perde una persona cara…

“Non basta una vita per comprendere che nell’amore tutto è vita,anche la morte” scrive Maria Teresa. E questa frase attraversa tutto il suo libro. Un libro le cui parole nascono dal profondo del suo vissuto (la prematura scomparsa del marito Giovanni), ma anche dal patrimonio di esperienza condiviso col gruppo Nain di Romena, formato dai genitori che hanno perso i figli, gruppo che Maria Teresa accompagna da alcuni anni.

In “Una vita non basta”  Maria Teresa guarda in faccia la realtà del dolore, lo sconforto che porta con sè. Non nega le domande più crude, le accetta, e prova a trasformarle.
Alla fine è la vita, la sua bellezza, e non la morte, la vera protagonista del libro. Ed è l’amore la forza che può ricongiungere tutto, finito e infinito, terra e cielo, così come dice Maria Teresa nel capitolo del libro che potete leggere qui…

 

Attraversare il dolore
di Maria Teresa Abignente

mariateresa_abignente_3“Come in cielo così in terra”… E’ un versetto del Padre Nostro. Chissà quante volte lo abbiamo ripetuto, chissà quante volte quasi automaticamente abbiamo detto queste parole. E forse, quando ci siamo soffermati, le abbiamo sempre pensate come se ci fosse un salto tra il cielo e la terra, una distanza incolmabile, uno spazio vuoto che allontana l’uno dall’altra, a separare due realtà che mai si toccano.
Ed ora questo cielo ci sembra ancora più lontano e inaccessibile, ci sembra quasi un’immensa tasca dentro la quale si nascondono le cose più belle: le stelle, la luna, l’arcobaleno, le nuvole… E coloro che abbiamo perso. Una tasca come quelle dei bambini, dove si accumulano tesori.
Oppure, questo cielo sconosciuto, può sembrarci come un enorme contenitore senza limiti, troppo grande per poter riuscire a trovare quel che cerchiamo e soprattutto troppo irraggiungibile.

Io non conosco il cielo: come ne posso parlare? potrei parlare della terra, questa terra scossa da brividi. da fermenti, da urla, da canzoni, da pianto e da sorrisi…

Eppure, se ci penso bene, in qualche istante anche a me è successo di conoscere il cielo: certo è stato proprio qualche attimo, quando ho sentito che non esisteva alcuna separazione; è stato un momento in cui ho avvertito che quello, proprio quello che stavo vivendo, assomigliava al paradiso.
E’ successo quando mi sono innamorata, quando la bellezza di un paesaggio mi ha fatto sgranare gli occhi, quando sono nati i miei figli, quando una musica mi ha fatto battere forte il cuore, quando ho ritrovato un amico… tutte le volte insomma che l’amore irrompeva nella mia vita. E’ stato in quel momento che “ho toccato il cielo con un dito”…
Allora è possibile! E’ possibile avvicinare queste due dimensioni che sembrano tanto distanti. Allora non è vero che queste sono due realtà lontane e incomunicabili; allora anche qua, sulla terra, è possibile vivere un po’ di cielo. E chissà se anche in cielo non si viva un po’ di terra…

Un cielo condiviso come condivisa è la terra, un cielo di tutti come la terra è di tutti: e questo potrebbe voler dire che tu che sei volato lassù in alto non sei poi così distante. E che qualche volta posso ancora toccarti: non come prima, non sfiorando la tua pelle, ma sfiorando il mistero nel quale vivi. Quel mistero che nei miei giorni più bui avverto come un nemico che ti ha strappato a me è lo stesso mistero attraverso il quale posso ritrovarti. Perché non c’è separazione, neanche tra morte e vita.

Certo lo strappo è doloroso, l’assenza è crudele, ed alcuni giorni questo cielo sembra chiudersi e schiacciarmi. Alcuni giorni sembra non esserci neanche l’aria: tutto si fa pesante e scuro, ogni cosa sembra sporca di polvere e trascinare la pena ed il dolore acuto del tuo non esserci più. Ma se resto qui, solo sulla terra, la mia vita soffoca, diventa sterile ramo senza linfa. Per questo devo cercare l’aria, il vento e la luce che mi regalino ossigeno e spinta verso l’alto.
Quest’aria, aria fresca e pulita, capace di soffiare via la polvere e di staccarmi dal peso della terra, quest’aria capace di sollevarmi a braccia tese, altro non è che la possibilità di far scorrere ancora l’amore attraverso di me. L’amore mi apre uno spiraglio che fonde il cielo con la terra, appena un suo riflesso quaggiù, ma straripante lassù in cielo: davvero il tuo cuore sarà scoppiato di gioia per tutto l’amore che da allora ti culla e ti accarezza.

Se lo confronti al mio di quaggiù, il mio piccolo e limitato amore, questo ti sembrerà un minuscolo granello, ma è tutto quello che ho, non ho altro, ed è quello che tu hai amato. Lassù dove sei ci saranno anche profumi più intensi e buoni, tutto sarà meraviglioso e completo, ma quaggiù c’è il profumo di bucato e di famiglia, quello che tu conosci bene. Forse la tua casa sarà adesso più splendente di gioia, più pulita da turbamenti e preoccupazioni ma questa è la tua casa, quella che tu hai riempito, quella che insieme abbiamo costruito.

Come in cielo così in terra… possa questo mio piccolo amore raggiungerti ed espandersi nel tuo e possa la bellezza della tua casa inondare la mia ed il tuo paradiso essere qualche volta anche il mio.