Il blog di Romena, a cura di Massimo Orlandi

Suor Linda e il sole

suor linda1Piove. Siamo tutti un po’ contagiati da questi giorni di nuvole e freddo, da questo maggio in odor di novembre. Per questo ho pensato di raccontarvi di una persona che porta il sole, un sole colorato, vivo, scoppiettante di fantasia e di creatività. Si chiama Suor Linda e ora ve la presento. Se poi vorrete conoscerla di persona basterà venire domenica prossima a Romena. Lei sarà lì. E se ci sarà lei, ci sarà anche il sole…

linda2Linda Frola. Il primo flash di ricordo che ho su di lei la ritrae a fianco del caminetto nella sala al piano terra di Romena. Frequentava uno dei nostri corsi. La storia di Romena era cominciata da poco e così il suo cammino di suora francescana. Scambiammo alcune parole, servivano a accontentare il mio stupore: Linda era una delle prime religiose che partecipavano alle nostre attività.

Molti anni dopo, credo da un giornale, venni a sapere di una suora che aveva un’anima clown, e che faceva spettacoli di magia. La cercai, le parlai di Romena, ma non servì: sapeva già tutto. Ovvio, era la stessa persona di quel giorno, al caminetto. Linda, suor Linda alias Maga Maghella.
Possibile? Lei col saio marrone, lei con i capelli raccolti nell’abito era la stessa persona col naso rosso e il viso truccato, con la giacca gialla e il vestito color arcobaleno? Ma lo stupore aumentava vedendola all’opera: un vulcano di fantasia nel fare i giochi, sì, quelli in cui ci sono foulard da cui appare e scompare di tutto, corde tagliate che ritornano intere, cappelli da cui escono colombe, carte nascoste e misteriosamente indovinate, insomma l’armamentario di un Silvan, nelle mani sapienti e leggere di una suora. Ma come le era venuto in mente? E perchè?

Facciamo un paio di passi indietro. Lasciamola crescere nelle campagne del bresciano. Vita semplice, nella natura, la fede della nonna come un esempio da portare dentro, e poi un film, “Fratello sole sorella luna” che a quindici anni le scuote prepotentemente il cuore, senza darle un motivo.
Lo scopre molto più avanti, quando scende nei luoghi di Francesco, ad Assisi e alla Verna per poi restarci. Lascia il vestito bianco da infermiera, indossa quello marrone da suora. Non è un cambio d’abito, ma di vita.

linda3E il naso rosso? Quello ancora non c’è. Il primo che vede spuntare è su un pullman che porta un gruppo di ragazzi disabili a Lourdes. Ce l’hanno alcuni animatori. Guarda loro, guarda le reazioni dei ragazzi. Perché no? Si dice. E comincia, comincia da sola, comincia per gioco. In fondo, è un gioco.
E poi via. Linda si affida al vento della fantasia cui ha offerto la sua vela. E sente che tutto questo non è solo collegato alla fede, è proprio un modo di comunicarla. Ha scritto Hermann Hesse: “Arte significa: dentro ogni cosa mostrare Dio”. Ma per Linda ancor più incoraggianti  sono le parole con cui Giovanni Paolo II saluta i circensi: “Potete essere sicuri che quando gli uomini hanno come mestiere di offrire un po’ di felicità, Dio non resta fuori della festa”.

E così Linda si offre. Si offre a chi la chiama, è la scia di colore che anima le feste in tutti quei luoghi dove ci siano bambini, ragazzi diversamente abili, situazioni di bisogno da alleggerire con un sorriso.
Il suo servizio non è solo quello di portare gioco e leggerezza, ma anche di raccontare Gesù con l’aiuto della fantasia. Insegna religione in una scuola di Firenze, Linda, e ha sperimentato sui suoi ragazzi quanto sia importante accompagnare la parola con un racconto vivo, animato, arricchito dallo stupore. Siamo in una civiltà televisiva, i bambini, e non solo loro, sono così abituati al ritmo incalzante delle immagini da distrarsi con enorme facilità se chi si rivolge a loro non sa attirarli in modo avvincente.
E così negli anni Linda sceglie alcune parabole del Vangelo e le trasmette nel modo suo, vivo, colorato, sorprendente. I bambini reagiscono con un’attenzione totale. Questo conta: conta appoggiare la Parola perché trovi dove posarsi nel modo più libero e liberante.

Non è una sua invenzione. La storia ci racconta che anche Don Bosco utilizzava giochi di magia. Ma Linda lo ha scoperto solo dopo, in particolare quando ha voluto comprendere a fondo il senso del suo cammino. “La mia piccola esperienza – ha scritto nell’introduzione alla sua tesi di laurea dedicata proprio a questa sua attività – ha alla base un grande “sogno”, quello di riuscire, attraverso il metodo narrativo, l’arte del gioco di prestigio, un pizzico di fantasia e una buona dose di gioia, a far “immaginare” ai bambini, e non solo, il Dio di Gesù Cristo come qualcuno di vivo e vero, qualcuno molto vicino a loro perché possano avere il coraggio e il desiderio di sperimentarlo concretamente nella vita di tutti i giorni”.

linda4La carica vitale, la fede appassionata di suor Linda emerge benissimo nei suoi giochi,  nel modo che ha di proporli. E questo crea un effetto straordinariamente coinvolgente: i piccini si divertono di sicuro e i grandi, se mollano un po’ le redini, forse ancora di più.
“L’immaginazione – ha detto Albert Einstein – è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione circonda il mondo”. Non a caso vi posso garantire che domenica a Romena, con Linda, ci sarà il sole. Il sole comunque. Il sole dei suoi colori. Il sole della fantasia.