Ciao don Gallo, innamorato del Vangelo, amico degli ultimi, uomo libero. Ci manchi già. Per questo possiamo immaginare come si sentano i tuoi compagni di viaggio, i tuoi amici. Sono nel nostro cuore, anche loro.
Ma tu ci sei. Ti sentiamo qui. E anche noi, come tanti, vogliamo continuare a incontrarti. Gigi ha scritto alcune parole per te, “prete con il morso del più”. E poi abbiamo ritrovato altre parole, le tue, pronunciate per noi, quella volta, indimenticabile che sei venuto a trovarci a Romena…
Ci sono dei preti con dentro di loro il morso del più, che vanno “in direzione ostinata e contraria”, che non riescono a non desiderare un partorire veloce di una chiesa e di un mondo nuovo.
Come in ogni parto esce il bambino e anche il sangue. I parti non sono mai puliti e candidi, ma per loro l’obiettivo non è lo sporco da togliere ma il bambino che nasce, l’umanità.
Questi uomini, veri rivoluzionari, alla determinazione aggiungono una infinita tenerezza. Grazie Don Gallo.
Don Luigi Verdi
“La mia chiacchierata viene dal basso. Io sono figlio della strada, figlio di Via del Campo, dove “dai diamanti non nasce niente, ma dal letame sbocciano i fiori”. Cominciò così don Gallo quella mattina di luglio, a Romena. Cominciò e continuò per due ore, lo fermavano solo gli applausi, scroscianti. La sua ‘chiacchierata dal basso’ era viva, pungente, ironica, appassionata. Insomma, era don Gallo. Questi sono alcuni passaggi del suo intervento.
Se non siete accoglienti non dite che siete cristiani
Mi danno tante etichette, ma io non ho mai fatto una scelta ideologica… Io ho scelto Gesù. Chi fa una scelta ideologica può anche sbagliare, chi fa la scelta dei poveri, dei diseredati come fa a sbagliare? Sarà perseguitato? Non lo so, ma come fa a sbagliare? Se voi conoscete il Nuovo testamento e non siete accoglienti non dite che siete cattolici o cristiani.
Vi rendete conto che cosa dice Gesù? “Io vengo come colui che serve. E non per essere servito”. Non c’è altro. Non c’è altro.
La mia preghiera, la Costituzione
I cristiani non sono esentati dalle responsabilità storiche. Questa è la politica. Io ho avuto come Vescovo l’attuale arcivescovo di Milano, Cardinal Tettamanzi e c’era un buon rapporto. Una volta che eravamo all’ingresso di un parco per un rinfresco mi disse: “Vieni qua. Preghi?”. “Certo che prego. A proposito eminenza, io da anni recito una preghiera”. “Sei il solito, qual è?”. “Mi dia il nulla osta così posso divulgarla”. “Sentiamola, qual è questa preghiera?”. “I primi dodici articoli della Costituzione repubblicana”.
Quando dico che i cristiani non sono esentati dalla responsabilità storica, questa è la politica. Al tempo stesso però tutti i loro tentativi di presenza devono essere portati davanti alla Croce per essere giudicati. Questa è la fede.
Gli ultimi di De Andrè
Sei mesi dopo la morte sua moglie Dori mi dice: “Perché non lo ricordiamo nel giorno della sua nascita?”. E aggiunge: “Però quella serata la chiamiamo ‘Faber e gli ultimi’ e io ti dò 250 biglietti e tu mi porti 250 tra gli ultimi di Genova”.
Allora io vado a parlare con direttore di scena, quello che prepara tutto, anche la disposizione del teatro. “Ciao, Gallo, sei venuto! Allora guarda i tuoi amici li mettiamo tutti là in fondo al teatro”. “Là in fondo ci vai tu” gli ho detto. “Guarda che la Dori Grezzi mi ha detto di metterli come voglio io”.
Tra i tanti che avevamo invitato ricordo una cara ragazza, con handicap, che erano 45 anni che non usciva di casa.
Proseguii: “Ti spiego io come fare: 3 li metti qui, 4 qui, 5 qua, 4…”. “No, lì no, quello è il posto della Ministra Melandri”. “Bene, due prostitute accanto alla Melandri”. “Ma Don Gallo, ti rendi conto? Cosa succederà?”. “Sono problemi tuoi!”.
Cosa è successo? A detta dei giornalisti, è successo che i miei emarginati erano quelli che durante le canzoni piangevano veramente.
“Voi siete sale”
Il nucleo della comunità cristiana non è la famiglia. Ben vengano le famiglie, ma il nucleo è la comunità. Tanto è vero che se una famiglia non è comunitaria, come fa ad essere cristiana? Come fa ad esserci l’amore in quella famiglia, se si chiude, se chiude le porte. Il nucleo è la comunità. Tanto è vero che Chiesa vuol dire Assemblea.
E poi ciascuno sceglie, ciascuno dà la sua testimonianza. Vi rendete conto, come diceva Moni Ovadia che “Voi cristiani, col patrimonio di Gesù potete veramente salvare il mondo, tutte le religioni”. Tanto è vero che un giorno Gesù disse ai suoi: “Voi siete sale” e il sale non si vede nella minestra, ma se non c’è…”Voi siete lievito” non si vede il lievito. E allora vi accorgete subito che fede e politica richiama subito per il cristiano il dovere della testimonianza. Il dovere della testimonianza. Una visibilità, una testimonianza, proprio come tra fratelli e sorelle.
Il Vangelo del sì
Io corro due rischi. Innanzitutto rischio di diventare matto. E non per le situazioni drammatiche che vivo, ma per l’indifferenza che è in giro. Ho detto una volta ad un Vescovo: “Quanto sono i vizi capitali?”. “Sette”. “No, eminenza, sono otto. Aggiunga l’indifferenza”. Però se diventassi matto come uomo, come cristiano, come presbitero, come coordinatore di comunità, sarei salvo, la mia coscienza è salva.
L’altro rischio, come uomo, come cristiano, come presbitero, come coordinatore sarebbe il mio fallimento completo: è il rischio di non concedere a chiunque incontro, chiunque, il diritto alla non sofferenza e il diritto al piacere.
Nella nostra amata Chiesa, non si può ancora pronunciare la parola ‘piacere’. Ma vi rendete conto! Questa sessuofobia! Ma non è possibile, è inaudito. Gesù è grande. Gesù nel suo gruppo aveva già le donne. Per l’annuncio della Resurrezione ha incaricato una puttana. Ma vi rendete conto che trasformazione? E’ buona novella, buona notizia, buona! Non puoi dire sempre “no, no, no”. I pacs? No! Gli omosessuali? No! Ma il vangelo è un vangelo del ‘si’!. E’ il vangelo dell’accoglienza!
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