“Ho un regalo per te”. Non immaginavo proprio cosa potesse contenere quel piccolo pacchetto ben confezionato che Wolfgang Fasser mi ha consegnato nei giorni di Pasqua.
Un libro, c’era un libro. “Il nostro libro” mi ha detto l’amico non vedente: era “Invisibile agli occhi”, ma in tedesco, nella lingua madre di Wolfgang.
Vi prometto che non scriverò da nessuna parte che i nostri libri vengono tradotti in più lingue. Il vero significato di questa nuova pubblicazione è che la meravigliosa storia di Wolfgang, che ho avuto l’onore di raccontare, è tornata a casa: è tornata dove è iniziata. E ora anche la sua gente potrà leggerla…
Nella versione tedesca, il libro ha una grafica e un titolo diversi. Si chiama “Jenseits der Grenzen”, “Oltre i confini”. Un titolo comunque appropriato: il paradosso di Wolfgang è che mentre in apparenza la progressiva cecità delimitava i suoi confini, lui trovava sempre spazi per andare oltre perchè, come dice lui, la cosa più importante è, una volta esplorata la geografia dei propri limiti, trovare sempre una strada da percorrere.
E Wolfgang di strade ne ha trovate molte: ha lasciato il suo paese, la Svizzera,il suo lavoro e le sue sicurezze per andarsene in Africa, poi si è trasferito in Casentino, si è continuamente sperimentato in ambienti e situazioni nuove. E ha anche saputo coronare il suo sogno bambino, quello che da non vedente era sembrato impossibile: quello di diventare una guida forestale. Wolfgang oggi ci guida nel bosco, ci guida soprattutto di notte, in quella fase in cui può essere lui a tenerci per mano.
“Jenseits der grenzen”, che è stato amorevolmente tradotto da Brigitta Schilknecht, si apre con una breve introduzione di Jacques Schiltknecht, medico e amico di Wolfgang (nella versione italiana l’introduzione è di Arturo Paoli). Ho chiesto a un’amica, Lorenza, di tradurla. Così possiamo leggerla anche noi. Eccola qua…
Ogni vero vivere è incontrare
Martin Buber
Accompagno Wolfgang in una passeggiata notturna sopra il monastero di Camaldoli. Tre classi di ragazzini italiani eccitati con insegnanti timorosi si lasciano guidare da lui attraverso il fitto bosco di montagna. E’ così buio che non si vede la persona che ti sta accanto.
Wolfgang conosce il sentiero, lo “vede” con i piedi e gli orecchi. Con le loro parole concitate i ragazzini cercano di mettere a tacere la paura. Wolfgang continua tenacemente a richiamarli e invita anche loro a “vedere” con i piedi e gli orecchi.
Grazie alla sua presenza e alla calma della sua voce riesce a ottenere per un po’ il silenzio del branco, fino a che la paura ha di nuovo il sopravvento.
Arrivati nel chiostro del monastero succede qualcosa di imprevisto: i ragazzi tacciono spontaneamente, la tensione del gruppo si scioglie e per qualche minuto si apre uno spazio magico. Ciascuno ha sperimentato e recepito a modo suo il silenzio notturno del bosco.
Sia che agisca da docente clinico o da terapeuta a Wolfgang interessa sempre l’incoraggiamento a una maggiore autonomia. Lui sa per esperienza quanto sforzo e pazienza siano necessari per superare i paletti interni e esterni. Un tema ricorrente in questo libretto.
Un esempio del suo lavoro come musicoterapeuta mi ha particolarmente toccato: a Lucia, una bambina con vari handicap e all’inizio apparentemente non “raggiungibile”, Wolfgang riesce dopo molti mesi a strappare un sorriso e una qualche forma verbale. Che gioia e sollievo per i genitori che avevano accudito quasi con rassegnazione la loro bimba incapace di vivere senza il loro aiuto.
Si sarebbe tentati di credere a un miracolo. Ma questo successo è il risultato di contatti acustici e tattili pazienti e mirati. La cosa più importante però è che Wolfgang non l’ha costretta in un busto terapeutico, ma l’ha accolta nel suo cuore. Fin dall’inizio l’incontro con lei è stato nel segno del rispetto per una persona a tutto tondo.
Wolfgang crea per tutti i suoi trattamenti un’atmosfera che trasmette tranquillità e sicurezza. Con delicatezza fa delle offerte di suoni, contatti e movimenti, osserva attentamente le reazioni del paziente e adegua costantemente i nuovi impulsi. Combina conoscenze di metodo e sapere manuale con intuizione e fantasia.
Per molti anni Wolfgang è venuto per supervisioni prolungate nell’ambulatorio di medicina generale che dividevo con la fisioterapista Petra Eckstein. Partecipava tutto il team.
Eravamo felici tutte le volte che appariva insieme a Dusty, il suo amico a quattro zampe, ma sapevamo anche che ci aspettava un duro lavoro perché Wolfgang non molla fino a che uno non ha compreso appieno i contesti e padroneggia i movimenti delle mani. Ciascuna vicenda di malattia offre l’occasione di discutere principi terapeutici fondamentali, ma questo avviene con molto divertimento e humor, ed è infarcito con centinaia di aneddoti dei suoi anni della formazione o delle sue esperienze in Africa, così che il tempo vola.
La cosa più importante per noi è però che veniamo “contagiati” dal suo modo di rapportarsi ai pazienti. Il suo ascolto intensivo li fa arrivare velocemente all’essenziale. Senza domande insistenti diventano evidenti e percepibili le circostanze di vita, le paure e le speranze dei pazienti. Grazie alla qualità del contatto e ai commenti di Wolfgang loro si sentono presi sul serio. Mentre tastava la colonna vertebrale malconcia di un contadino, disse: “Questa schiena ha molto lavorato e sopportato”. Con queste parole si era conquistato subito la fiducia del paziente e la sua disponibilità a collaborare, anche per fare duri esercizi per conto proprio.
Anche dopo anni i nostri pazienti si ricordavano benissimo del terapista cieco, e alcuni dubitano ancora oggi che sia davvero cieco!
In Martin Buber, questo visionario, narratore e filosofo che descrive in maniera così acuta il percorso speciale verso l’essere persone, Wolfgang ha trovato un’affinità di anima. E ora diffonde il messaggio del suo amico spirituale. Questo piccolo libro deve incoraggiarci a intraprendere questo cammino speciale.
Jacques Schiltknecht