L’ arrivo di Papa Francesco può rappresentare davvero l’atteso segnale di cambiamento nella chiesa? E’ la domanda del giorno. Una domanda che, più che le scelte che verranno, riguarda per ora le sensazioni che ci ha trasmesso Francesco I nelle sue primissime uscite. Questa domanda l’ho rivolta al nostro Luigi Verdi e a Raffaele Luise, giornalista vaticanista di Radio Rai e grande amico di Romena. Naturalmente attendo anche i vostri pareri…
Luigi Verdi
Che cosa ti ha colpito del nuovo Papa?
Mi è piaciuta molto la naturalezza con cui si è presentato, ma anche il suo comprensibile spaesamento davanti al mistero, davanti all’immensità della folla che aveva davanti. E poi mi sono piaciuti i suoi occhi, in fondo timorosi, ma occhi vispi, limpidi. Ho anche notato alcune somiglianze con le prime uscite di papa Giovanni e di papa Giovanni Paolo I.
Questa elezione può rappresentare davvero un rinnovamento per la Chiesa?
E’ una prima spinta. Decisivi saranno i passi che seguiranno.
La scelta del nome, il fatto che si tratti del primo papa non europeo mostra un desiderio di nuovo, di diverso. la prova del cambiamento consisterà nel continuare su questa strada.
Come si collegano i grandi eventi della chiesa dell’ultimo mese: le dimissioni di Benedetto XVI e l’elezione di Francesco.
Ho pensato molto a una frase del vangelo. Gesù dice “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Le dimissioni di Benedetto XVI sono state un gesto di umiltà e mitezza. E in fondo anche il primo contatto di Papa Francesco con la gente radunata in piazza San Pietro ha avuto lo stesso stile. Umiltà e mitezza: il modo migliore per ricominciare.
Raffaele, cosa rappresenta l’elezione del nuovo papa?
Un’inversione radicale di tendenza. II testimone passa dall’Europa scristianizzata, secolarizzata, rattristita alle terre della primavera della chiesa. E di questo dobbiamo ringraziare quei 115 saggi vegliardi: una scelta splendida e lungimirante la loro. La scelta di un papa espressione di una chiesa viva, quella del Sudamerica.
E se ci pensiamo bene, il Sudamerica idealmente dialoga con l’Africa attraverso l’Oceano Atlantico e col sud est Asiatico attraverso l’Oceano Pacifico: la brezza del nuovo che ci porta questo Papa arriva da una larga parte del mondo.
Come ti è apparso il nuovo papa nella sua prima apparizione pubblica?
Si è mostrato subito con i caratteri distintivi della fede: semplicità, sobrietà, misericordia.
Tu lo conoscevi?
Sin dallo scorso conclave. Già allora era papabile. Questa primavera della chiesa era già visibile nel suo sguardo.
E per quanto riguarda le posizioni assunte sino a ieri?
Diciamo che era considerato un moderato, diciamo un moderato illuminato. Con una distinzione: dal punto di vista dottrinale è stato piuttosto ancorato alle posizioni romane (vedi il suo no ai matrimoni gay), mentre nella pratica religiosa è stato sempre vicino a una chiesa popolare, a quella che si può definire come una teologia della tenerezza. Lo abbiamo visto anche ieri sera nella richiesta rivolta alle gente di pregare per lui.
Papa Francesco inaugura un cammino tra la gente, accanto ai poveri, vicino alla vita concreta delle persone: perché così lui è stato tra la sua gente. E così può riportare la chiesa alla primavera del Concilio Vaticano II.